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L'ITALIA E' UNA REPUBBLICA FONDATA SUL...

In un momento storico-sociale pericoloso e  preoccupante per i lavoratori, come quello che stiamo vivendo in questi mesi, la desertificazione industriale e la crisi colpiscono in modo atroce l'Agro caleno, triste protagonista di una volontaria “diaspora” imprenditoriale che abbandona le maestranze.
Ecco i dati: 600 posti di lavoro perduti o a rischio, ben 2 tavoli di confronto riguardanti aziende calene aperti presso il Ministero dello Sviluppo Economico, capannoni chiusi, deserti, abbandonati, in vendita; e ancora, Siltal e Arte Seta Alois in liquidazione, dipendenti della Rieter in cassa integrazione, la Tower in grave difficoltà, l'intera zona Asi diPignataro Maggiore in crisi.
Terra di Lavoro non è più tale e pare che invece nella nostra comunità si voglia schivare e scavalcare il problema, per spostare l'attenzione su problematiche di rilevanza minore.
Molti dei politici oggi presenti al Meeting, più simile a un Tribunale per la quantità delle personalità condannate per corruzione, concorso esterno in associazione camorristica e finanziamento illecito, non sono in grado di illuminarci su come far risorgere lavoro e legalità nell'Agro caleno. Il nostro timore, che non deriva da spirito di pura contestazione in quanto tale, è che il fantomatico Meeting diventi esclusivamente una passerella di politicanti condannati e un incontro pubblico tra politici locali e dirigenti.
Per concludere, la recentissima cancellazione del contratto nazionale per i metalmeccanici – da parte di Federmeccanica con il gentile servilismo di Cisl e Uil - si instaura a gambe tese nello scenario del lavoro contemporaneo come formalizzazione di un processo di restaurazione dell'intera società, puntando all'inquietante e irreversibile ribaltamento dei valori generali.
Oggi è in atto una vera e propria massificazione dell'operaio, che comporta radicali mutamenti nei modi di vita così come nelle modalità di lavoro; l'odierno sistema di produzione è volto a realizzare un attuale sfruttamento dei lavoratori al fine di massimizzare il profitto dei capitalisti, tralasciando diritti e dignità dei lavoratori.
 
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Una legge, la n. 26 del 2010, che regolamenta la raccolta dei rifiuti per la SOLA regione Campania, centralizza le operazioni del servizio rifiuti all’ente Provincia.

La legge, attribuendo alla provincia il servizio di rimozione dei rifiuti, permette la creazione di una gigantesca azienda, facilmente controllabile da componenti criminali, incapace di fornire un servizio di eccellenza ma capace da subito di far aumentare le tariffe a carico dei cittadini.

Si riuscirà in un colpo solo a peggiorare il servizio di raccolta dei rifiuti e ad aumentare le tariffe per i cittadini.

A causa di questa legge l’ente Comunale di Camigliano in un sol colpo si vede espropriato della possibilità di gestire in proprio il servizio di raccolta dei rifiuti e non sarà più in grado offrire un servizio di estrema qualità (nel primo trimestre del 2010 oltre il 65% di raccolta differenziata con oltre 13 frazioni di rifiuti trattati separatamente), capace di non far percepire al cittadino nemmeno il più piccolo disservizio, anche nei momenti peggiori della crisi dei rifiuti campana degli scorsi mesi, e di controllare gli importi delle tariffe.

Negli ultimi giorni il Prefetto avvia il Procedimento di scioglimento del Consiglio Comunale, il Ministro Maroni redige la relazione per la rimozione di Cenname da Sindaco, il Presidente della Repubblica firma il Decreto di Scioglimento del Consiglio Comunale e la sua rimozione come Sindaco.

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TUTTO QUESTO SOLO PER AVER DIFESO IL TERRITORIO!!!
 
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Buon successo di adesioni e firme per la quattro ore pomeridiana di domenica scorsa dedicata alla raccolta di firme a favore della ripubblicizzazione e contro la privatizzazione dell’acqua, organizzata dalla Piccola Libreria 80mq di Calvi Risorta. Dalle 16.30 alle 20.30 di domenica 30 maggio lo staff del laboratorio socio-politico-culturale è stato presente con i propri stand negli spazi pubblici della villa comunale del paese caleno. Un soddisfacente risultato quello delle oltre cento firme raggiunte e destinate ad aumentare, vista la durata limitata del sit-in di domenica e l’ancora troppo vaga comprensione del problema, specie nelle piccole comunità. E’ fondamentale continuare testardamente a portare avanti un discorso di affronto del problema, sentito a livelli estesi in tutto il panorama nazionale, per opporsi fermamente al provvedimento per la privatizzazione dell'acqua approvato dalla Camera lo scorso Novembre e allo scopo di indire un referendum voluto dall’intera cittadinanza italiana.

Come dimostrazione della necessità di mantenere pubblica l’acqua sono state regalate granite per ognuno che ha firmato i tre quesiti referendari. Uno scambio possibile grazie ai costi contenuti della materia prima, l’acqua. L’obiettivo conclusivo è proprio quello di voler restituire alla gestione collettiva un bene essenziale come l’acqua, allo scopo di tutelarlo come bene comune e di conservarlo per le future generazioni. Per chi non avesse ancora avuto la possibilità di firmare, i moduli saranno ancora disponibili per alcuni giorni presso la Piccola Libreria 80mq di Calvi Risorta, sita in Via Indipendenza e aperta dal giovedì alla domenica dalle 17 alle 19.

 

La Piccola Libreria 80mq

www.80mq.weebly.com

 
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Nelle piccole storie c’è la grande storia”. Ci piacerebbe cominciare da questa frase pronunciata da Giuseppe Aragno durante la presentazione del suo documento storico “Antifascismo Popolare” nella giornata di sabato. Nella prima delle due giornate di concomitante anniversario dei sessantacinque anni dalla Liberazione e del primo anno di attività del Laboratorio Socio-Politico-Culturale 80mq, fondamentale è stato comprendere l’approccio dell’autore al tema trattato, attraverso lo studio e la ricerca sul campo, approfondendo le testimonianze delle famiglie e delle personalità coinvolte e basando il testo su di una serie di eventi storici reali, strutturati sotto forma di romanzo. Ed è dagli eventi di una popolazione oppressa e distrutta che si evolvono gli episodi più noti e rilevanti, così come l’intera struttura di Resistenza al regime fascista si fonda sulle “piccole” azioni di ribellione del popolo. Proprio ora che alcune istituzioni sostengono le tesi revisioniste che vogliono far precipitare nel dimenticatoio la memoria della forte azione antifascista della Resistenza, attribuendo la Liberazione al solo intervento americano, un utilizzo di questo nuovo tipo di storiografia è fondamentale per comprendere come il movimento dell’antifascismo è una reazione proveniente dal basso, dal popolo, caratterizzata dagli ideali più disparati, ma dall’unica esigenza di opporsi al regime. Così si distinguono vari anime e culture di antifascismo; un antifascismo liberale, uno cattolico, uno anarchico, uno comunista, oppure un antifascismo apolitico, in ogni caso un antifascismo popolare.

Un plauso va anche al collaboratore di Contropiano Ernesto Rascato e al Docente di Storia Contemporanea Giovanni Cerchia, i quali sono intervenuti svolgendo lucide analisi storico-politiche e cercando di trasmettere, specie ai più giovani, la custodia del ricordo della Resistenza e della Liberazione, su di cui la nostra Costituzione si fonda. A dare ulteriore senso alla commemorazione è stata allestita la mostra documentaria e fotografica “Erba Rossa”, che ben racconta la stragi naziste su tutto il territorio campano.

Nella serata di domenica l’anniversario è proseguito con l’allestimento di una vera e propria festa, con un concerto dei gruppi Alison Matter, No More Illusions e Chiedi alla Polvere e la partecipazione di diversi stand, tra cui Emergency Alto Casertano, l’Associazione Culturale “La Città del Sole” di Pignataro Maggiore e il gruppo anarchico "La Miccia" di Napoli, nell’intento e nella speranza di sensibilizzare, soprattutto i più giovani, a preservare la memoria dell’attiva resistenza antifascista nell’ambito della Liberazione, anche attraverso la creazione di iniziative aggregative e di incontro.

Felici e soddisfatti della buona riuscita dell’intera manifestazione, ringraziamo tutti coloro che hanno voluto sostenere e partecipare all’importante iniziativa, l’unica organizzata su tutto il territorio, sperando di poterla rinnovare di anno in anno, con sempre più appoggio e consapevolezza.

 

 

 

La Piccola Libreria 80mq

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Grande successo ha riscosso la presentazione del libro “Replicare” di Pier Angelo Consoli, organizzata dalla giovane Piccola Libreria 80mq di Calvi Risorta. Nella sala gremita di Viale Indipendenza è intervenuto, oltre all’autore, il professore Giuseppe Rotoli. In particolare è stata affrontata la visione, sottintesa, ben affrontata e acuta che l’autore–protagonista del libro presenta nel libro e da esso intende trasmettere, nonché lo stile e il linguaggio particolare, quasi telegrafico e definito “innovativo” dal professor Rotoli, utilizzato nel secondo lavoro di Consoli. A sfondo della presentazione del libro, dalle 18 è stato possibile godersi la mostra allestita per l'occasione dell’artista casertano "Vin Truppo", esponente della Kustom Art & Tattoo, che ha ricevuto molte acclamazioni dai più giovani presenti all’iniziativa.
Cogliamo l’occasione per chiarire, senza alcuna polemica, alcuni punti che ci sono stati confutati proprio in occasione della manifestazione; noi non consideriamo l’anticonformismo e l’essere anticonformisti come un dogma, come un’imposizione sociale e, anzi, siamo contro il mutamento e la risemantizzazione  in funzione trasgressiva o sovversiva di elementi di cultura popolare – come la nostra – da parte della cultura egemonica, quella dominante, quella attuale. E’ tuttavia indubbio che la stessa cultura di massa faccia propri atteggiamenti, valori, riferimenti e codici, producendo quella che si traduce in moda; ma noi propugnamo una diversa visione della società, che inizia dal basso, dal popolo, così come tentiamo di diffondere un certo tipo di cultura tra giovani e meno giovani, attraverso iniziative e manifestazione in cui crediamo fermamente.

Ringraziamo tutti coloro hanno partecipato e continuano a sostenerci nelle nostre proposte.


 
Comunicato Stampa
Piccola Libreria 80mq
 
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Si è svolta sabato 20 Febbraio dalle 22 alle 24 la seconda edizione della Battaglia Rap “made in” Piccola Libreria80mq. Una decina i Rapper che hanno preso parte alla battaglia e molto folto il pubblico, nonostante la minaccia di pioggia.

Qualcuno ci ha invitato a desistere “pecchè dilà si magna e bbev aggratis” (pochi metri più avanti c’era l’inaugurazione della sede locale dell’IDV), ma la battaglia Rap è andata avanti lo stesso fino alla vittoria del rapper caleno Jim Sim Serino.

Ringraziamo chiunque vi ha preso parte, dal pubblico ai rapper, i presentatori e il Dj Lorenzo Guadagnuolo Master Laurence.

Sul sito nella sezione Foto sono disponibili le foto della serata.

Appuntamento al prossimo evento.
 
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Si è svolta ieri, domenica 24 gennaio, la presentazione del fumetto “STAR TRASH, sacchetti in mondovisione” di Simona Bassano di Tufillo (in arte Sbadituf). Un fumetto satirico che vuole portare agli occhi di tutti la realtà dei fatti sulla questione rifiuti: dalla disinformazione legata all’inutilità e al danno degli inceneritori, all’intreccio tra istituzioni e mafie che ha caratterizzato “l’emergenza rifiuti” nelle mani del super boss padreditutteleemergenze Guido Bertolaso.

Si è iniziato con un intervento della cooperativa sociale altro sud, che ha denunciato l’insensato boicottaggio di cui sono vittime nel progetto sullo smaltimento RAEE.

Subito dopo Vincenzo Cenname, sindaco di Camigliano, ha raccontato la sua esperienza di amministratore fuori dai ranghi, che lo hanno portato a ricevere il premio di “comune virtuoso in ambito ambientale”.

A seguire Marco Palasciano, che con la lettura del suo saggio “I boschi ombrosi e l’arte dell’oblio” ha raccontato con sarcasmo la travagliata storia di lotte per soluzioni ecocompatibili che da Capua ha portato a Chiaiano.

Infine si è giunti agli interventi dell’autrice Simona Bassano di Tufillo e di Marianna Sansone, curatrice EcoNote.it, che hanno esposto la loro idea su come raccontare il problema e di come le soluzioni proposte finora siano risultate sempre fallimentari.

Ecco perché è necessario già da ora denunciare lo stato delle cose. Denunciare che gli inceneritori non sono “LA SOLUZIONE” dato che il sistema di filtraggio, che dovrebbe ridurre il loro impatto ambientale, lascia nell’atmosfera tonnellate di ceneri e diossine tossiche; denunciare che basterebbe ridurre la produzione di rifiuti scegliendo di non acquistare prodotti con confezioni monouso.

BISOGNA DENUNCIARE, esattamente come Simona, Marianna, Marco, Vincenzo e AltroSud hanno scelto di fare.

Piccola Libreria80mq
 
 Grande successo ieri per la presentazione del quaderno “Piazza Fontana: una strage lunga quarant’anni”. Oltre ogni aspettativa la partecipazione del pubblico interessato alla presentazione che ha avuto inizio alle 18.30 con le letture tratte da “Morte accidentale di un anarchico” di Dario Fo e “Io so” di Pasolini. A seguire “Canti del ‘68” a cura di Antonio Borrelli (voce/chitarra dei Vedana) e gli interventi di Ernesto Rascato (coautore di Contropiano) e Biagio Borretti (ricercatore). Il primo ha presentato il quaderno, raccontando il lavoro con cui si è giunti alla stesura rispettando il principio di verità da cui non ci si è voluti discostare, perché “la verità è rivoluzionario” e i giovani devono sapere cosa è realmente accaduto. Il secondo invece ha spiegato la situazione politica che ha caratterizzato l’iIalia, con la “normalizzazione dei fascisti” all’interno dell’apparato statale appoggiata dai “rovescisti”, cioè intellettuali disposti a rovesciare la storia pur di compiacere il potere.

C’è poco da dubitare: Piazza Fontana ha rappresentato il culmine della politica antimovimentista e antioperaia della storia italiana, caratterizzata da una continuità col ventennio fascista, come dimostra la presenza di personalità come il picchiatore Pino Rauti, il razzista e assassino di partigiani Almirante,  il comandante della X-Mas >Borghese e tanti altri.

La bomba è stata una bomba di Stato.
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Sabato 7 novembre si è svolta nella Piccola Libreria 80mq la prima battaglia Rap organizzata dal laboratorio 80mq. Molti i partecipanti, provenienti da tutto il casertano e soprattutto moltissimi gli spettatori che hanno seguito ogni singola battaglia fino a decretare in finale il rapper “Capatosta” come vincitore.

Un ringraziamento a tutti quelli che c’erano (o che ci sarebbero voluti essere), ma soprattutto un ringraziamento particolare a chi ci ha dato un aiuto nella realizzazione della serata: Lorenzo Guadagnolo alias MasterLaurence dj, Giovanni Fattore, Gianmarco Zitiello, Daniele Licciardi, Ilaria Bovenzi, Piero di Girolamo, Karl Marx, Paola Camasso, Edoardo Gliottone alias dudu e Carmen Marrese.

Appuntamento al prossimo evento.


 
LA STORIA DEI SOGNI

Dicembre 1995


 PS. Che insegna a sognare o a lottare, che è lo stesso.

 Il vecchio Antonio affilava il machete e fumava sulla porta della sua capanna. Io dormicchiavo accanto a lui, cullato dal canto dei grilli e dalla stanchezza. Come dieci anni prima e dieci anni dopo l’affilato fumo del vecchio Antonio, il cielo era un mare notturno, così grande che non se ne vedeva la fine o il principio. La Luna era apparsa pochi minuti prima. Una nube di luce indicava la cima di una collina, balcone di un’argentea civetteria, trampolino di un tuffo deciso, o forse piattaforma di un nuovo, timido volo. Un filo dorato ammiccò appena alla valle in attesa. Poi passò dall’oro all’argento, e di qui al madreperla. Con le vele gonfie e rammendate volò verso l’alto. La notte passò navigando. Di sotto attendevano il silenzio e la nostalgia.

Dicembre 1975, 1985, 1995. Sempre il mare che si apre all’oriente. Non pioveva, ma il freddo bagnava i vestiti e i sogni inquieti del dormiveglia della lenta asfissia. Con la coda dell’occhio, il vecchio Antonio confermò che era sveglio e mi chiese: “Che cosa hai sognato?”.

“Niente” gli risposi mentre cercavo la pipa e il tabacco nella cartucciera.

“Male. Sognando si sogna e si conosce. Sognando si sa” replicò il vecchio Antonio tornando alla lenta carezza della lima sulla lingua affilata del suo machete.

“Male? E perché?” chiesi accendendo la pipa.

Il vecchio Antonio interruppe la sua opera e, dopo aver provato la lama, lasciò il machete in un angolo.

Le sue mani e le sue labbra cominciarono un sigaro e una storia.

La storia dei sogni

“La storia che ti voglio raccontare non me l’ ha raccontata nessuno.

In realtà me la raccontò mio nonno, ma mi avvertì che l’avrei compresa solo se l’avessi sognata. Perciò ti racconto la storia che ho sognata e non quella raccontata da mio nonno.” Il vecchio Antonio si stira le gambe e si strofina le ginocchia stanche. Con una boccata di fumo offusca il riflesso della Luna sul foglio d’acciaio che riposa sulle sue gambe e continua: “In ogni solco che compare sulla pelle dei grandi vecchi si custodisce e si protegge la vita dei nostri dèi. E’ il tempo passato che giunge fino a noi. La ragione dei nostri antenati cammina nel tempo.

Nelle parole degli anziani più anziani parlano i grandi dèi, e noi stiamo ad ascoltare. Quando le nubi toccano terra, aggrappandosi appena con le loro manine alla cima dei monti, i primi dèi scendono a giocare con gli uomini e le donne e insegnano loro cose vere. I primi dèi non amano mostrarsi, hanno volto di nube notturna.

Sono i sogni che sogniamo per essere migliori.

I primi dèi ci parlano e ci insegnano nei sogni. L’uomo che non sa sognare rimane solo e nasconde la sua ignoranza nella paura. Affinché potessero parlare, conoscere e conoscersi, i primi dèi insegnarono agli uomini e alle donne di mais a sognare, e diedero loro dei nahual perché li accompagnassero nel cammino della vita.

I nahual degli uomini e delle donne veri sono il giaguaro, l’aquila e il coyote. Il giaguaro per combattere, l’aquila per dar volo ai sogni, il coyote per pensare e non cadere nell’inganno del potente.

Nel mondo dei primi dèi, i creatori del mondo, tutto è sogno. La Terra su cui viviamo e moriamo è il grande specchio del sogno in cui vivono gli dèi. I grandi dèi vivono tutti insieme e sono tutti uguali. Nessuno è più in alto o più in basso. A mettere disordine nel mondo è l’ingiustizia che si fa governo e mette pochi in alto e molti in basso. Non è così nel loro mondo. Il mondo vero, il grande specchio del sogno dei primi dèi, i creatori del mondo, è molto grande e tutti sono uguali. Non è come il mondo di adesso, che si restringe perché pochi possano stare in alto e molti in basso. Il mondo di adesso non è giusto, non riflette il mondo dei sogni in cui vivevano i primi dèi.

Per questo gli dèi regalarono agli uomini di mais uno specchio che si chiama dignità.

In esso gli uomini si vedono uguali e si ribellano se non sono uguali.

Così ebbe inizio la ribellione dei nostri antenati, gli stessi che oggi muoiono dentro di noi per permetterci di vivere.

Lo specchio della dignità serve a scacciare i demoni che distribuiscono l’oscurità. Visto allo specchio, il signore dell’oscurità si vede riflesso come il nulla che la compone. Come se fosse il nulla, in nulla si disfa di fronte allo specchio della dignità il signore dell’oscurità, che divide il mondo.

Gli dèi fissarono quattro punti su cui il mondo doveva poggiare. Non perché fosse stanco, ma perché gli uomini e le donne fossero alla stessa altezza, perché ci stessero tutti e nessuno si mettesse al di sopra degli altri. Gli dèi aggiunsero altri due punti, uno per volare e uno per stare sulla Terra. Un altro punto fissarono gli dèi, da cui gli uomini e le donne veri potessero partire per mettersi in cammino. Sette sono i punti che danno senso al mondo e lavoro agli uomini e alle donne veri: il davanti e il dietro, l’uno e l’altro lato, il sopra e il sotto e il settimo è la strada che sogniamo, la meta degli uomini e delle donne di mais, quelli veri.

Una Luna in ogni seno regalarono gli dèi alle future madri, perché nutrissero di sogni i nuovi uomini e le nuove donne, che possiedono la storia e la memoria.

Senza di loro, la morte e l’oblio hanno il sopravvento.

La Terra, la nostra grande madre, ha due seni, per insegnare a sognare agli uomini e alle donne. 

Imparando a sognare imparano a diventare grandi, a diventare degni, imparano a lottare.

Per questo quando gli uomini e le donne veri dicono “è ora di sognare” è come se dicessero “è ora di lottare”.

Il vecchio Antonio smise di parlare, e io mi addormentai.

Lassù, il seno della Luna versava latte sul cammino di Santiago.

L’alba regnava e tutto era ancora da fare, da sognare, da lottare

 El sub, che mette da parte  ricordi e un giardino  

                         da "Racconti per una solitudine insonne" 
                                                   SubComandante Marcos