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 Grande successo ieri per la presentazione del quaderno “Piazza Fontana: una strage lunga quarant’anni”. Oltre ogni aspettativa la partecipazione del pubblico interessato alla presentazione che ha avuto inizio alle 18.30 con le letture tratte da “Morte accidentale di un anarchico” di Dario Fo e “Io so” di Pasolini. A seguire “Canti del ‘68” a cura di Antonio Borrelli (voce/chitarra dei Vedana) e gli interventi di Ernesto Rascato (coautore di Contropiano) e Biagio Borretti (ricercatore). Il primo ha presentato il quaderno, raccontando il lavoro con cui si è giunti alla stesura rispettando il principio di verità da cui non ci si è voluti discostare, perché “la verità è rivoluzionario” e i giovani devono sapere cosa è realmente accaduto. Il secondo invece ha spiegato la situazione politica che ha caratterizzato l’iIalia, con la “normalizzazione dei fascisti” all’interno dell’apparato statale appoggiata dai “rovescisti”, cioè intellettuali disposti a rovesciare la storia pur di compiacere il potere.

C’è poco da dubitare: Piazza Fontana ha rappresentato il culmine della politica antimovimentista e antioperaia della storia italiana, caratterizzata da una continuità col ventennio fascista, come dimostra la presenza di personalità come il picchiatore Pino Rauti, il razzista e assassino di partigiani Almirante,  il comandante della X-Mas >Borghese e tanti altri.

La bomba è stata una bomba di Stato.
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